Bukowski & babbaluci by Daniela Gambino

Bukowski & babbaluci by Daniela Gambino

autore:Daniela Gambino [Gambino, Daniela]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Jack
pubblicato: 2022-02-20T04:00:00+00:00


Parte quarta

L'isola

L'isola che io e Simona abbiamo scelto per le nostre vacanze ne ha un'altra di fronte. È un'isola gemella, un tantino più piccola, senza luce elettrica, dove la gente cammina con la pila, per vedere dove cazzo mette i piedi quando tramonta il sole, e tutti hanno la loro centralina privata in casa per far funzionare la tivvù, le lampadine e la lavatrice, che fa sempre comodo. Noi abbiamo scelto l'isola più grossa. Se ne sta allungata sul mare come un cane san bernardo, un cane da mare, però. Nell'isola più piccola hanno strade piccole e case piccole. Scorrazzano sulla lapa. Non è che qui ci sia molto più spazio. Ma la gente è contenta quando se ne sta gomito a gomito, si sente un tutt'uno.

La nostra isola è piena di ex sessantottini, comunisti e borghesi. La sua gemella più piccola peggio ancora, ci sono pure ex hippie e frikkettoni a sfare. Nella nostra vanno i turisti a mangiare negli stessi posti, dove ordinano le stesse portate e finiscono ciucchi persi con digestivi tipo sgroppino o limoncello, prenotano gli stessi giri in barca a vela, usano le creme solari della stessa marca, educano i figli a lanciare la sabbia a quelli che si pigliano il sole nello stesso modo. E secondo me, chiusi nelle loro camere assolate, intime come cabine elettorali, scopano più o meno alla stessa maniera. Comunque, a occhio e croce, direi che è gente molto trendy. E io ci sto dentro bene. Anche Simona ci sta dentro bene, s'è portata un dispiegamento di bikini dai colori fosforescenti e in traghetto era tutta eccitata perché ha incontrato due tipi del cinema, «due che mi possono servire», ha detto. «Che piccola zoccola pigliainculo – ho pensato – le possono servire a che?»

E poi ci sono ragazzi, ragazzi dappertutto. Belli. Con le ciabatte infradito e con i parei fiorati, maschi e femmine, tatuati, abbronzati. Sfrecciano in bicicletta, in motorino, pomiciano fra i flutti, si lanciano sguardi che trasudano ormoni. Tutti più giovani di me. A volare sui surf, con la muta da sub, senza paura di niente. Li guardo, li ammiro. E penso a me. Dieci anni fa. Me che ho sempre guardato e invidiato. Che mi sono tirato fuori. Che ho affondato la testa sui libri. Che mi sono proclamato sensibile. È ormai è tardi. Posso solo sperare in un taglio di capelli che mi faccia sembrare più giovane o in una sessione di addominali che mi tenga in dentro la pancia. E davanti alle notti in spiaggia con la chitarra, la sensazione di guidare un’auto sportiva per la prima volta, di dormire per la prima volta con una donna, di fare una vacanza da solo, di mettere le mani fra le cosce di una che ci sta, posso solo sollevare, il mio inesorabile, maestoso: mai più.

«Guardi, io parto, ho bisogno di staccare con tutto, se vuole mi venga a trovare, ho affittato una casa sull'isola». «Che terrone testa di cazzo, 'sto Mazzarini», impreca Immanuel mentre ascolta il messaggio che Benedetto gli ha lasciato in segreteria.



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